Cerulli, Enrico. Storia della letteratura etiopica.

([Milano] :  Nuova accademia editrice,  [1961])

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XI - DALL'AVVENTO DI TEODORO II
AI GIORNI NOSTRI
 

LE CRONACHE DI TEODORO II

L'avvento al trono di Teodoro ii (1855) segna la fine della
disgregazione dello Stato Etiopico, cui i « Re di Gondar »
avevano dato motivo. Teodoro, con mano ferrea, torna ad
unificare il paese, combattendo, con severità poi divenuta
leggendaria, i grandi feudali e sopprimendo con durissime
repressioni le ribellioni ed il brigantaggio che infierivano
nelle varie regioni. Ma con Teodoro anche si può dire che
prenda fine la letteratura etiopica, se per essa si intende la
letteratura dell'antica lingua etiopica {gheez). All'opera uni¬
ficatrice del Sovrano nel campo politico corrisponde, infatti,
nella letteratura, il predominio assoluto dell'amarico, diven¬
tato lingua ufficiale.

Cosi per la prima volta la Cronaca del re Teodoro ii è
scritta non già in etiopico, ma in amarico, e non già da uno
storico di corte — come soleva esser fatto prima — ma da
scrittori, certo anche essi ecclesiastici, però senza carica di
«cronisti reali». Abbiamo due Cronache di Teodoro: una è
opera del dabtarà Zaneb e tratta particolarmente della prima
parte del regno di quel Negus; l'altra è opera dcWalakà
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