Massaua
Il rasoio sembra una sega, tanto è sfilato; il
pubblico sghignazza; ride più di tutti l'improv¬
visato barbitonsore; mentre l'eritreo impassibile
si lascia scorticare, come non sia affar suo.
Intorno a me scattano alcune Kodak. In quel
momento rimpiansi amaramente di non posseder
anch'io una macchina fotografica. Che peccato!
Quel gruppo rappresentava qualche cosa di più
della « barba per amor di Dio » secondo racconta
il Guerrazzi: esso simboleggiava, nella sua sem¬
plicità, la politica coloniale delle nazioni civili;
l'unica politica (d'altre politiche non si vuol sa¬
pere) che intendiamo, o facciamo vista d'inten¬
dere anche noi italiani.
II.
MASSAUA.
Gettammo l'ancora il 19 d'agosto nel magni¬
fico porto d'Alessandria, tra una foresta di pi¬
roscafi, in mezzo ad un frastuono assordante di
grue a vapore; e dall'opera fervida e ininterrotta
di carico e di scarico valutammo subito la grande
prosperità raggiunta in poco tempo dall'Egitto.
Ora noi dovevamo abbandonare il Singapore
per trasbordare sulVEnna, che fa servizio di merci
e passeggeri tra Alessandria e Massaua.
La ragione di questo cambiamento increscioso
ci fu presto rivelata. Il Singapore ha uno stazza¬
melo più che doppio delVEìina : così la Navi¬
gazione risparmia migliaia di lire nella minor
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