Sudditi neri 77
IV.
SUDDITI NERI.
Ognuno sa che l'Asmara come civitas, non
come urbs, alla pari di molti paesi del Levante,
non è un insieme omogeneo e compatto di popolo
per lingua, razza, tradizioni e costumi, ma un
convegno di popoli e dei più differenti tra loro.
Europei di varie nazioni, asiatici, indigeni; se¬
gnatamente questi, che da principio sembrano
tutti eguali come gocciole d'acqua e che col tempo
s'impara a distinguere a prima vista, apparten¬
gono a stirpi le più disparate e le meno affini. Gli
antichi in questa circostanza non avrebbero pre¬
ferito di usare per l'Asmara il plurale, piuttosto
che il singolare?
Volendo dare presso a poco un'idea della va¬
rietà etnica del paese, basterebbe rammentare
che vi si professano non meno di sette confessioni
religiose: la cofta, la mussulmana, la cattolica,
la evangelica, l'israelitica, la greca, la buddista;
e che vi si parlano e scrivono nientemeno che quin¬
dici lingue: il tigre, il tigrino, l'italiano, l'arabo,
il bedauè, il sahò, il somalo, l'amaregno, il gheez,
il greco, l'indù; un pantheon intero di religioni,
una vera babilonia di lingue!
Ma non si creda che sempre sia stato così; tut¬
t'altro! L'Asmara e il territorio dell'Hamasèn
prima di noi e durante i primi tempi della nostra
occupazione erano prettamente cristiani: la con-
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