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VII.

LA   MISSIONE   FRANCESCANA.

In un mattino limpido e tepido come un ca¬
lendimaggio in Toscana, mi avviai di buon'ora
alla missione cattolica.

La chiesa e il convento dei padri cappuccini,
in cui risiede il Prefetto Apostolico della Colonia
Eritrea, si elevano su di un rialto di terreno, nel
mezzo di una grande chiusa, sprovvista di piante,
segnata da siepi di fichi indiani, a fianco della
strada carrozzabile che viene da  Ghinda.

I fabbricati francescani, così veduti dal basso
della strada, dipinti a fascio nere e bianche, for¬
mano un gruppo, non bello, ma pittoresco. La
facciata della chiesa, con due ali più basse di fab¬
briche simmetriche, guarda la strada, e sorge da
un vasto terrapieno rotondo, sostenuto da un
muraglione a guisa di terrazza.

Un viale di fichi indiani si stacca ad angolo
retto dalla strada ruotabile, e in salita mena
sotto al convesso muraglione del piazzale ; due
rampe, a destra e a sinistra, conducono sul sa¬
grato, sul cui centro verdeggia un'acacia giap¬
ponese.

Stupenda veduta che mi si spiega sotto gli
occhi ! È un mattino diafano e puro : i primi
raggi del sole, attraverso una nuvolaglia purpu¬
rea, che arde dalla parte di levante, fondono i
colori delle cose in una tenue delicata  armonia.