Paoli, Renato. Nella colonia Eritrea

(Milano :  Treves,  1908.)

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234                                dall'ànseba al barca

— Ma ora l'ascaro del maggiore Hidalgo non
canta più e mesto se ne sta seduto tutto avvolto
nello sciamma, meno gli occhi, che guardano dalla
parte del mare: egli aspetta.
 

V.

DAROTÀI.

Fino a Cheren avevo battute vie carrozzabili,
compiendo in una sola giornata il tragitto dal¬
l'Asmara a Cheren. Ora m'inoltravo sulla strada
cammelliera che congiunge Cheren ad Agordat,
lungo il torrente che dal Senahit si getta nel
Barca.

Da Cheren ero partito alle due pomeridiane
del 13 settembre. La mattina del giorno stesso
avevo vagabondeggiato sul greto del Dari e del¬
l'Ànseba per sei ore continue, senza darmi molto
pensiero che altrettante ne avrei dovute passare
sulla sella nel pomeriggio.

La « tappa » m'aveva concesso un muletto
guernito di due bisacce. Gli ufficiali di Cheren
l'avevano riempite d'ogni ben di Dio, compreso
un bottiglione di vino, di nome e di fatto toscano.

Venivano con me, per iscorta, due ascari ar¬
mati di fucile, menando un loro muletto che da
buoni amici si scambiavano durante il cammino,
e s'erano provveduti anche d'un sacchetto di
farina per far la borgutta e d'uno d'orzo per i
quadrupedi. Con questo leggero approvvigiona¬
mento, poiché contavo d'arrivare ad Agordat la
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