Paoli, Renato. Nella colonia Eritrea

(Milano :  Treves,  1908.)

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242                            dall*ànseba al baiioà

piacenza; mi frego le mani, pregustando la dol¬
cezza del sonno, e così vestito com'ero mi butto
sulla branda, che non avrei cambiato col letto
d'un re, e mi addormento d'un sonno di piombo.
 

VI.

ATTRAVERSO   IL   OARÒBEL.

Erano appena le quattro della mattina ed io
assaporavo il riposo in un dormiveglia piacevo¬
lissimo, quando uno scricchiolio dentro la stanza
mi riscosse. Apersi gli occhi: nel vano della porta
spalancata si disegnava un'ombra; e una voce
disse: su, alzati, partiamo per Agordat.

Mi levai di malavoglia, ancor tutto indolen¬
zito. Sul prato, nella luce crepuscolare, scorsi
gruppi di neri, seduti intorno a carboni accesi
su cui abbrustolivano la borgutta. Un odore di
pasta bruciacchiata si spandeva per l'aria.

Darotai è la stazione di riposo per i bianchi
che vanno e vengono da Cheren ad Agordat.
Gli ufficiali e gl'impiegati ci possono dormire di
diritto; con un permesso speciale gli altri bianchi
di passaggio. È fornita di pozzo, di abbeveratoio
per gli animali, di tettoia e di alcuni tucul a uso
di rimessa e di stalla. Due ascari per turno ci
fanno la guardia: e gì' indigeni vaganti hanno
presa l'abitudine di accamparsi nei pressi all'a¬
perto; sì per la comodità del pozzo, sì per l'agio
di procurarsi del fuoco.

Al pallido chiarore dell'alba il bianco casalino
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