Paoli, Renato. Nella colonia Eritrea

(Milano :  Treves,  1908.)

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Congedo                                         305

IV.

CONGEDO.

Il treno fumigando scese al litorale, a Otumlo,
traversò sulla diga il canale e fu a Taulud. Il
cielo era velato di nebbie, ma non per questo
l'afa era meno opprimente. Massaua esausta son¬
necchiava in un'atmosfera di fuoco. Se l'avv. Ca¬
gnassi, il buon commissario di Massaua, non si
fosse incaricato di sollevarmi di tutte le brighe
dei bauli e dell'imbarco, ancor oggi penso come
avrei fatto a salire sul piroscafo, così febbricitante
com' ero! A bordò dell' Adria trovai telegrammi
dell'autorità della colonia che m'auguravano buon
viaggio. E il viaggio fu felice su di un mare calmo
come un olio, che, tanto per far onore al suo
nome, fu d'un turchino così intenso che lo zaffiro
è meno.

Quando all'orizzonte scomparvero i contraf¬
forti etiopici, i miei compagni tripudiando al pen¬
siero di tornar presto alla vita civile, gridavano
evviva. Io stetti silenzioso. A Messina i giornali
ci richiamarono con violenza alla vita italiana:
scioperi, terremoti, disastri ferroviari, omicidi,
processi, lotte di fazioni, voci astiose di pole¬
miche....

A Livorno, mentre il barcaiolo mi trasportava
alla dogana, se volavo, col cuore, nell'ansia di
riabbracciare i miei, a casa mia, col pensiero tor¬
navo a quella nostra Affrica solitaria e selvaggia

Paoli. Nella Colonia Eritrea.                                              20
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